Chi è il nostro prossimo?

Scrivo questo post perché rifletto sui ‘tanti’ che ho ascoltato e ascolto manifestare la propria volontà di partire per posti lontani (soprattutto Africa e Sud America) in soccorso dei bisognosi.

Fin qui tutto ok. Anzi, sono da apprezzare per il loro onorevole sentimento di correre in aiuto di nostri ‘fratelli’ in difficoltà.

Il problema è che tanti di quelli che sentono questa esigenza (o almeno la millantano) poi non sono in armonia con quanto dicono.

Perché?

Perché non è credibile una persona che è disposta a fare tanti chilometri, tante rinuncie, tanti sacrifici per raggiungere e aiutare “il prossimo”, poi non saluta (o non aiuta) la vicina di casa, il collega, il familiare.

Al netto di casi “limite”…non è normale.
Vi pare?

Conosciamo un po’ tutti la scrittura biblica: “Ama il tuo prossimo come te stesso”

Ecco, ma chi è il nostro PROSSIMO?

Se riflettiamo, lo dice la parola stessa:
👉prossimo.👈

Cioè tutte la persone che sono nelle nostre “prossim-ità”, quelli proprio vicino a noi.

Quindi ATTENZIONE.

Altrimenti si corre il rischio di commettere lo stesso errore di quei sacerdoti della parabola di Gesù che dicevano di essere ‘giusti’, ma poi quando sulla via di Damasco scorsero quell’uomo a terra, derubato e malmenato, lo lasciarono lì a terra senza aiutarlo.

Menomale che, poco dopo, passo di lì il “buon samaritano” e salvo quell’uomo con azioni concrete.

È facile capire chi mostrò davvero di amare il ‘prossimo’. Questa parabola di Gesù ci insegna ad avere compassione e amore per gli altri nelle nostre PROSSIMITÀ.

Quindi non serve fare tanti chilometri ma
tante buoni azioni concrete.

Azioni che vadano a beneficio altrui e non nostro.

Tutto il resto è noia e ipocrisia!

#AVANTIilPROSSIMO

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